Hikikomori è una parola giapponese che descrive compiutamente un fenomeno patologico caratterizzato principalmente dal ritiro sociale e da isolamento e rifiuto da ogni forma di relazione con il mondo esterno.
Hikikomori, osservato e descritto inizialmente in Giappone, ora è un disturbo che si sta espandendo in America e in tutta Europa.
In Giappone i giovani Hikikomori sono un milione, in Italia si aggirano intorno ai cento mila e mettono in crisi i sistemi educativi tradizionali in quanto si devono escogitare nuove metodiche psicoterapeutiche efficaci nella risoluzione di tale fenomeno.
![Hikikomori](https://www.dicarlostefano.it/wp-content/uploads/2021/04/hikikomori_interno-2.jpg)
Se il ritiro sociale ha sempre accompagnato una stragrande maggioranza di patologie psichiche, negli Hikikomori esso risulta come categoria principale composta da comportamenti tendenti all’auto-esclusione dalla vita relazionale, da forme di segregazione, fino ad arrivare a non uscire più da casa sigillando spesso finestre e porte con carta scura e nastro adesivo. Il rifiuto ai rapporti interpersonali si può manifestare anche nei riguardi del proprio nucleo familiare con interazioni quasi nulle con i genitori conviventi. Spesso l’unico contatto risulta avvenire al momento dei pasti quando uno dei due genitori passa il piatto con il pasto all’interno della camera da letto o sotto la porta.
Spesso gli Hikikomori presentano alterazioni dei ritmi circadiani, in quanto scambiano il giorno per la notte. Essi rimangono svegli durante le ore notturne, trastullandosi con i mezzi tecnologici a propria disposizione e dormendo durante le ore del giorno. Il mondo virtuale diventa il compagno preferito del loro isolamento volontario, mentre i computer, tablet e i cellulari assurgono a mezzi indispensabili per collegarsi con tale mondo.
Il disagio psichico di questo isolamento volontario, spesso si manifesta con forme di aggressività e scoppi di rabbia rivolti contro le persone del proprio nucleo familiare o contro gli stessi attrezzi tecnologici. Qualcuno arriva pure a manifestare un elevato rischio di suicidio, secondo gli studi recenti di Yong e Nomura.
Sebbene molti professionisti della salute psichica si siano interessati a tale fenomeno, esso ancora deve essere categorizzato all’interno del manuale dei disturbi psichiatrici (DSM-5). Ciò però non frena i continui studi, diagnosi e analisi di esso, facendolo risultare come il disturbo più rilevante delle nuove generazioni giovanili che si chiudono in se stesse, sigillandosi nelle loro caverne virtuali.
Hikikomori: sintomi
Il Ministero della Salute giapponese (MHLW), dopo vari studi e anali, ha indicato i principali sintomi specifici di esso:
– Uno stile di vita basato sul rinchiudersi in casa senza alcun accesso a contesti e momenti esterni;
– Nessun interesse verso il mondo esterno, come ricerca di un lavoro, frequentare la scuola, partecipare a occasioni di ritrovo di festa con amici;
– Nessuna relazione esterna coltivata con compagni di scuola o quartiere o colleghi di lavoro ;
– I sintomi possono variare per intensità e frequenza;
– i sintomi persistono da più di sei mesi;
– tali comportamenti possono essere associati a disturbo d’ansia, disturbo dell’umore, disturbo evitante di personalità.
![](https://www.dicarlostefano.it/wp-content/uploads/2021/04/hikikomori-1.jpg)
Hikikomori: popolazione
Sebbene sia un disturbo variegato e complesso, esso sembra manifestarsi in persone che abbiano tali caratteristiche:
– Età giovanile che va dai 14 anni ai 30 anni;
– nel 90% dei casi si tratta di maschi;
– estrazione sociale medio-alta;
– figlio unico con genitori entrambi laureati, in cui uno è assente sistematicamente nell’interazione educativa perchè oberato da lavoro dirigenziale.
Hikikomori: cause
– Forte disagio sociale con compagni e pari età;
– dipendenza affettiva-psicologica con la madre, ritenuta necessità assolutamente indispensabile, come rapporto simbiotico;
– forti pressioni psicologiche da parte dei genitori;
– severità del sistema scolastico-educativo che favorisce l’assenteismo a scuola e l’abbandono scolastico che è spesso un precursore dell’Hikikomori;
– essere stati vittime di forme gravi di bullismo scolastico, di violenza psicologica con derisione ed esclusione dal gruppo, subita da chi non è stato capace di competere adeguatamente;
– Timidezza e senso di vergogna accompagnate da una morbosa paura degli altri;
![Hikikomori](https://www.dicarlostefano.it/wp-content/uploads/2021/04/Hikikomori-anche-in-Italia-il-rischio-è-alto-100mila-casi-diagnosticati-1024x683.jpg)
Hikikomori: la cura
Siccome il fenomeno si presenta variegato nella sua complessità, così le terapie dovranno adattarsi ai singoli specifici casi . Non c’è una terapia d’elezione, ma un corollario da tenere in considerazione per affrontare e risolvere punto su punto i vissuti soggettivi del ragazzo che ha scelto tale modalità di esclusione volontaria.
– Le resistenze a frequentare uno studio di psicoterapia, potranno essere vinte con un trattamento iniziale a domicilio o con l’utilizzo di strumenti tecnologici come Skype;
– Gli eventuali traumi subiti a scuola dovranno essere elaborati e ammortizzati;
– L’ansia sociale deve essere affrontata e risolta con esposizioni graduali e specifiche;
– Eventuali ossessioni o depressioni dovranno pure essere considerate nel pacchetto terapeutico;
– La dipendenza psicologica dalla figura materna dovrà essere superata verso un’autonomia di base e un rafforzamento della personalità.
Tale trattamento psicologico e/o farmacologico deve essere iniziato il più precocemente possibile, onde evitare che tale isolamento volontario si radichi creando anche dipendenza da internet e rifiuti a qualsiasi forma di aiuto.