Dipendenza affettiva: amore distruttivo

Dipendenza affettiva: come uscirne?  dipendenza affettiva: amore distruttivo

La dipendenza affettiva è un disturbo caratterizzato da mancanza di reciprocità tra due partners con progressiva perdita di controllo delle emozioni e con comportamenti impulsivi/compulsivi e da pensieri ossessivi che possono degenerare in sindromi ansiose-depressive. Le persone che soffrono di dipendenza affettiva manifestano sintomi psicologici e psicosomatici come depressione, ansia, panico, insonnia, alterazione dell’alimentazione, emicranie.

Nella dipendenza affettiva, come amore distruttivo, i partners ingaggiano delle lotte relazionali nel tentativo di realizzare l’amore utopico in cui credono e diventano carnefice-vittima reciprocamente.

La dipendenza affettiva non produce amore, ma solamente sofferenza, struggimento, rabbia e frustrazione. Chi ama troppo e chi ama poco diventa complice dell’infelicità della stessa coppia;la vittima sprofonda nella patologia, mentre il carnefice nelle sabbie mobili di una conflittualità sterile e incomprensibile.

Le persone che sprofondano nel circolo vizioso della dipendenza affettiva, come amore distruttivo, nutrono credenze irrealistiche sull’amore e ripongono nel partner aspettative di essere ripagate. All’origine di tale dipendenza affettiva, dunque, ci sono due errori: la scelta di un partner da idealizzare per propri bisogni inconsci o la passiva rassegnazione a vivere con chiunque in quanto ci si sente indegni e con bassa stima di se stessi. Nel primo caso ci sono aspettative utopistiche e irrealistiche, nel secondo caso senso di disistima e rassegnazione che mortificano  bisogni e legittime aspirazioni di armonia.

 dipendenza affettiva: amore distruttivoDipendenza affettiva: amore distruttivo, gli schemi psicologici. 

Per ogni dipendenza affettiva, esiste uno schema psicologico disfunzionale corrispondente che contribuisce alla persistenza del problema e alla sofferenza.

  • Senso di disistima di se stesso. La dipendenza è suffragata sulla convinzione, più o meno consapevole, di valere poco e il partner è percepito come l’unica alternativa alla solitudine. Con questo schema psicologico, la persona si sentirà incapace ad abbandonare il compagno, perché avrà paura di soffrire di più con la solitudine.
  • Senso di colpa. La persona si sente indispensabile nella vita del partner e si sentirebbe in colpa se lo dovesse lasciare nella sofferenza a combattere con i suoi problemi. S’instaura una relazione assistenziale sul compagno che finisce davvero di star male pur di stare nella relazione e non farsi lasciare. In queste situazioni, spesso avvengono dei tradimenti da parte di chi protegge, perché non riuscendo a lasciare e amare intensamente, si permette queste esperienze. I tradimenti innescano manovre riparatorie con regali, coccole, viaggi, che però vanno ad alimentare l’incapacità di chiudere la relazione insoddisfacente.
  • Senso di compensazione. Si riversa verso l’altro rabbia, insoddisfazione, con atteggiamenti di squalifica e controllo. Il compagno diventa come un bidone su cui scaricare l’infelicità della propria vita. Quando il partner vorrà chiudere la relazione, perché stanco di subire tali cattiverie, sarà inseguito, vessato, fatto oggetto di ripetute violenze verbali e fisiche. Il copione della coppia sarà sempre carnefice e vittima.
  • Senso di rifiuto. La persona ha paura di essere rifiutata e investe le sue energie per rigettare il rifiuto e  trasformarlo in una accettazione totale e completa di se stesso da parte del compagno. Comincia ad elargire regali, ad organizzare viaggi ed esperienze che possano piacere al partner. La credenza di fondo è quella di pensare che prima o poi il compagno si convincerà della sua validità e non lo lascerà. La realtà, invece, ci prospetta un partner che si vorrà relazionare con altri, innescando nel partner, pauroso del rifiuto, un gioco al rialzo per farsi volere bene ed evitare la separazione. La relazione diventerà frustrante e penosa.

Dipendenza affettiva: amore distruttivo, i segnali per riconoscerla. dipendenza affettiva: amore distruttivo 

Ti prospetto alcuni comportamenti che ti potranno aiutare a individuarla in te e negli altri.

  • Dipendenza. La persona si appoggia completamente all’altro come ricerca di sostegno psicologico e risoluzione dei propri problemi che spesso risalgono alla propria infanzia, carente di affetto, attaccamento sicuro e negligenza da parte dei genitori. Il partner è percepito quasi indispensabile al proprio equilibrio e per lui si è disposto a rinunciare a qualsiasi libertà, autonomia ed emancipazione. La paura del cambiamento è talmente forte che si rimane prigionieri della dipendenza, seppur pesante e fonte di sofferenza.
  • Incapacità alla separazione. Il dipendente affettivo non riesce a separarsi e a vivere lontano dal compagno, se non dietro a una forte angoscia, e incapacità a elaborare la perdita. Continuamente si guarda il cellulare nella speranza di ricevere dei messaggi, o lo si tempesta di richieste di vicinanza, affetto ed esclusività relazionale.
  • Isolamento. Si tende a rinunciare alla propria vita relazionale con amici, parenti e colleghi nella vana speranza di farsi vedere sempre disponibili e pronti per il compagno, esorcizzando la paura dell’abbandono. Spesso si trascorrono i weekend da soli, sopportando i comodi e gli improvvisi cambiamenti di programmi del compagno oberato da fantomatici impegni.
  • Partner narcisista. Il dipendente affettivo è molto attratto dai narcisisti perché essi incarnano l’ideale di quello che avrebbe voluto essere e che non è riuscito a realizzare. I narcisisti, all’inizio della relazione, promettono mari e monti, sono spumeggianti e apparentemente sicuri e splendidi. Ma a medio e lungo termine alle parole non seguono i fatti, se non per controllare e dominare il partner dipendente. Il narcisista non ama l’altro per quello che è, ma solamente quando questi lo riverisce e lo osanna. Paradossalmente il dipendente affettivo, scegliendo un narcisista come partner, non fa altro che scavarsi la fossa della sofferenza emotiva. Egli  non riceverà alcun amore incondizionato e non sarà soddisfatto nei propri bisogni personali, perché prima verranno quelli del partner narcisista.
  •   La vita a servizio. Il dipendente affettivo mette la sua vita a servizio del proprio partner, non per amore ma per paura di non piacere, di essere criticato e poi lasciato. Si mette a servizio dell’altro nella vana speranza di essere riconosciuto, apprezzato, amato. La persona dipendente nutre l’illusione che l’altro lo potrà risollevare, salvare dalla propria sofferenza e per lui è disposto a rinunciare a qualsiasi cosa della vita. In questo modo si isola dagli altri, rinuncia a qualsiasi espansione esistenziale e si consegna animo e corpo al partner, dal quale non saprà più separarsi e dal quale non avrà mai dei riconoscimenti affettivi.

Dipendenza affettiva: amore distruttivo, quale terapia efficace? dipendenza affettiva: amore distruttivo 

La terapia efficace deve prevedere di abbassare da subito il livello di ansia e di desolazione che le persone dipendenti sperimentano per poi impostare un lavoro a medio e lungo termine di rafforzamento del proprio sé.

  • Prendere consapevolezza di trovarsi di fronte a una vera e propria dipendenza affettiva;
  • Bloccare ogni tipo di contatto visivo, verbale, comunicativo con il partner;
  • abbassare il livello d’ansia e la paura di non farcela;
  • bloccare il rimuginare delle situazioni passate e orientarsi verso il presente;
  • iniziare a relazionarsi con gli altri, riprendendo la vita sociale soddisfacente;
  • rafforzare la propria autostima con tecniche di installazione di risorse positive;
  • elaborazione dei piccoli traumi  affettivi subiti;
  • lavorare sull’immaginazione di una vita futura scevra da qualsiasi dipendenza affettiva;
  • accompagnamento verso nuove relazioni affettive armoniche ed efficaci.

Si può uscire dalla dipendenza affettiva: amore distruttivo. Basta volerlo impegnandosi a seguire una terapia efficace che faccia superare gli autoinganni che la nostra mente e la stessa dipendenza ci propinano.

Dr. Stefano Di Carlo psicologo-psicoterapeuta riceve a Bolzano,Trento e Verona www.dicarlostefano.it; cell: 3356137977

 

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