Rimuginare è la tendenza estrema e ansiosa a preoccuparsi di ciò che potrebbe succedere. La persona che rimugina si costruisce, mentalmente, ripetuti e ipotetici scenari futuri negativi in condizioni di incertezza. Rimuginare, quindi, è un’attività anticipatoria della mente che restringe l’attenzione attorno a potenziali problemi futuri ben prima che essi avvengano e ben oltre la loro probabilità.
Caratteristiche
- Il rimuginare è uno stile di pensiero preoccupato e incerto rivolto al futuro, mentre la ruminazione è rivolta ad eventi del passato.
- Il rimuginio è ripetitivo con ipotetici scenari e soluzioni, senza che venga presa una decisione con fiducia e sicurezza.
- È prevalentemente un’attività verbale con utilizzo di ragionamenti e dialogo interno.
- È uno stile di pensiero astratto che prende in considerazione minacce retoriche e poco probabili o che non si realizzeranno mai.
- Impegna la memoria a breve termine per tempi prolungati e cattura numerose energie mentali, a tal punto da sfiancare o produrre distrazioni e dimenticanze.
Conseguenze
Le persone che rimuginano cronicamente possono accusare diversi effetti negativi sulla loro salute e a livello professionale. Possono sorgere numerosi sintomi fisici invalidanti tra cui una maggiore tensione muscolare, insonnia, irrequietezza, mal di testa, irritabilità e una manifesta ansia di base.
Se la mente è impegnata a rimuginare in continuazione, tale modalità tiene impegnato il nostro sistema cognitivo e lo depotenzia con l’esaurimento delle risorse a esso associate. Diminuisce la capacità di attenzione, concentrazione, o di svolgere un secondo lavoro, giacché la mente è piena di tante preoccupazioni e dubbi.
Inoltre il rimuginio ostacola la risoluzione degli stessi problemi in quanto la mente va in cortocircuito a forza di pensare e ripensare. Gli scarsi risultati nel problem solving finiscono per convincere queste persone di non essere capaci ad affrontarli.
Attivazione
Il rimuginio si attiva a seguito di una percezione di una minaccia ipotetica circa il futuro imminente o remoto. La minaccia percepita si presenta come pensiero intrusivo.
Il primo anello della catena del rimuginare si caratterizza da dubbi (e se mi capitasse…?) che innescano dei ragionamenti verbali e mentali tendenti o a tranquillizzare, oppure a trovare delle possibili soluzioni.
Il secondo anello consiste nell’attivare una ritualità tendente sempre a calmare l’ansia trasbordante. I rituali possono essere riparatori, quando si è convinti di aver commesso un peccato, un danno e perciò legati a una religiosità punitiva; preventivi per bloccare ciò che si teme nella rimuginazione; propiziatori per ingraziarsi il destino, il fato, Dio, affinché non accada quello che si teme.
La terza tipologia è rappresentata dall’esasperazione di processi di ragionamento razionale fino a renderli del tutto irragionevoli in quanto mi impediscono di prendere decisioni rapide per paura di sbagliare.
La quarta modalità è rappresentata dalla tendenza ad evitare quello che si teme per prevenire un ipotetico danno; in questo modo si rischia di costruirsi una fobia.
L’ultima tipologia riguarda gli effetti di un’esperienza traumatica. Per difendersi da ciò che il trauma ha prodotto si possono sviluppare dei pensieri e comportamenti autoprotettivi, come lavaggi compulsivi, frasi ripetitive che hanno la funzione sempre di calmare l’ansia che l’evento traumatico ha innescato.
La persona dedita al rimuginio trasforma il semplice pensiero automatico di preoccupazione in segnali attendibili di minaccia reale.
Una volta attivato, il rimuginio può durare lungamente provocando ansia, stanchezza mentale e cali a livello professionale.
Le persone fanno fatica a interrompere tali pensieri disturbanti e spesso ricorrono ad alcol o a sostanze chimiche per stordirsi e non pensare. Esse trovano sollievo quando vanno a letto e riescono a dormire lungamente, ma non tutti ci riescono e di sicuro ciò non può essere la soluzione ottimale e generale.
Tentativi infruttuosi
I tentativi usuali e infruttuosi che le persone mettono in atto per spegnere la mente che rimugina sono:
– cercare di non pensare, e già questo è un pensare doppio;
– tranquillizzarsi con dialoghi interni positivi che, a loro volta, innescano altri dubbi e pensieri negativi in un’escalation infinito di dubbi e rassicurazioni;
– parlarne con amici e conoscenti per cercare delle rassicurazioni e delle conferme. A lungo andare tale continuo chiacchiericcio verbale e mentale alimenta l’esplosione e la proliferazione di continui pensieri disturbanti e automatici. Come se la mente diventasse un vulcano in continua eruzione che provoca danni e disastri fisici e mentali.
– credere che tale attività mentale incontrollabile potrà danneggiarci fino alla pazzia, oppure potrà disturbare o impedire un sonno ristoratore con tutte le conseguenze che esso comporta.
La persona, pertanto, rimane prigioniera dai propri pensieri automatici e intrusivi, non riesce a liberarsene e in più comincerà a preoccuparsi dello stesso disturbo che percepisce invalidante con conseguenze deleterie a livello mentale.
Terapia
Per quanto riguarda i trattamenti farmacologici, non esistono veri e propri specifici trattamenti per il disturbo ossessivo-compulsivo e del rimuginare. Nella maggioranza dei casi si danno un mix di antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici e neurolettici ma essi da solo non risolvono i problemi in quanto non danno strategie e abilità di fronteggiamento per simile attività disturbante della mente.
Risultano efficaci la psicoterapia strategica e quella cognitiva-comportamentale. Gli psicofarmaci devono essere abbinati a una buona psicoterapia che:
– blocchi il continuo rimuginio con metodiche che non alimentino la proliferazione dei pensieri automatici;
- Autonomizzi la persona a prendere delle decisioni, abbandonando i continui dubbi;
- Sappia eliminare i comportamenti ritualizzati che sfiancano la persona;
- Renda il soggetto più sicuro di sé nell’affrontare le situazioni temute;
- Sappia combattere il pensiero magico associato a un evento o situazione
- Sappia insegnare a vivere con maggiore leggerezza e libertà.
Se sei afflitto dal rimuginare, dai pensieri ossessivi e dalle compulsioni, sappi che si può guarire, anche se persistono da anni e sono fastidiosi. Ti posso aiutare a ritrovare la tua serenità e a debellare tali pensieri invalidanti con strategie mirate e risolutive e con esperienza convalidata da molteplici successi terapeutici.